Ocse: «Occupati record in Italia, il tasso di attività sale al 67,1%»

Nei 38 Paesi lievita però la disoccupazione giovanile (sotto i 24 anni) fino al 10,9 per cento

Ocse: «Occupati record in Italia, il tasso di attività sale al 67,1%»
di Roberta Amoruso
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Giovedì 18 Aprile 2024, 06:00

L'occupazione e il tasso di attività nella zona Ocse non sono mai stati così alti. E l'Italia è tra i Paesi che hanno segnato la performance migliore a fine 2023 fino a segnare l'ennesimo record, dice l'ultima fotografia scattata dall'Ocse.

Nel dettaglio, il tasso medio di occupazione e di attività nei 38 Paesi dell'area Ocse sono rimasti entrambi stabili, rispettivamente al 70,1% e al 73,8%, nel quarto trimestre dell'anno scorso. E secondo l'organismo internazionale con sede a Parigi, si tratta dei livelli "più elevati" mai registrati dall'inizio di entrambe le serie, avviate rispettivamente nel 2005 e nel 2008. Record positivi per i due indicatori vengono segnalati in 10 dei 38 Paesi membri dell'Ocse, tra cui l'Italia.

Nel nostro Paese, poi, la notizia è doppiamente positiva, perché il tasso di occupazione è cresciuto al 62,1% nel quarto trimestre 2023 con il tasso di attività arrivato al 67,1%.

Resta qualche ombra però se si guarda ai numeri dei ragazzi a caccia di lavoro sotto i 24 anni.

Il comunicato di Parigi dice a chiare lettere che si aggiunge il tasso di disoccupazione giovanile dell'Ocse è cresciuto complessivamente al 10,9% a febbraio scorso. Si tratta di un «pronunciato aumento» di 0,5 punti percentuali, con una «marcata progressione» anche in Italia. In questo caso il tasso di disoccupazione è passato dal 22,1 di gennaio al 22,8% di febbraio contro 22,1% a gennaio), secondo l'organizzazione internazionale.

IL PESO DEL LAVORO NERO

Dietro i dati record dell’Italia resta però l’amarezza per un Paese in cui pesa ancora troppo il lavoro nero. «Va detto che l'Ue considera una società in equilibrio quando almeno il 75% della popolazione attiva risulta effettivamente occupata», spiega Giuseppe Sabella, Direttore del Centro Studi Oikonova, think tank specializzato in lavoro e sviluppo sostenibile, commentando i dati Ocse sull’occupazione pubblicati da Parigi. «Quasi tutte le economie avanzate sono su questi livelli, l'Italia non lo è», ha spiegato. Ma il problema vero del nostro Paese per Sabella «è il lavoro nero con circa 3 milioni di lavoratori e lavoratrici che non sono regolarizzati (stando ai dati Istat)». Si tratta di circa il 10% della popolazione attiva, un tasso che nessun altro Paese europeo raggiunge. Se nel calcolo degli occupati considerassimo questi 3 milioni, il tasso di occupazione raggiungerebbe il 74% e sarebbe praticamente in linea alla soglia indicata dall’Europa, secondo i calcoli del Centro Studi Oikonova.

Lo stesso Sabella ha poi sottolineato un altro risvolto fotografato sul mercato del nostro Paese. Insieme all'occupazione crescente, anche il tasso di inattività va diminuendo (dal 24% al 18% tra il 2021 e il 2023, secondo le ultime rilevazioni Istat). Questo perché vi è, da qualche tempo, una nuova tendenza nel mercato del lavoro italiano (così come europeo). «Anche in ragione del calo demografico, le aziende oggi faticano a trovare e a impiegare persone e competenze», ha puntualizzato Sabella, «I livelli di posizioni vacanti, infatti, non sono mai stati così alti. Chiaro che, in questa situazione, vi sia una propensione a stabilizzare lavoratori e lavoratrici. Resta poi del tutto aperto il problema delle basse retribuzioni, ma questa è un'altra storia», ha concluso l’esperto.

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