Schlein sfila con Scurati (che legge il monologo): «La sinistra non è antisemita»

L’abbraccio tra lo scrittore e la segretaria dem. Azione e Iv con la brigata ebraica: fascista è chi insulta

Elly Schlein partecipa alla manifestazione del Coordinamento per la Pace "Viva la repubblica antifascista" a Milano, 25 aprile 2024.ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
di Andrea Bulleri
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Venerdì 26 Aprile 2024, 06:00

L’abbraccio con Antonio Scurati, lo scrittore antifascista del monologo mai letto in Rai («Forza eh, vai avanti!»). Il fazzoletto tricolore al collo, un fiore rosso in mano e «Bella ciao» cantata a squarciagola. Al corteo che approda in piazza Duomo, Elly Schlein sfila dietro uno striscione in ricordo di Matteotti: «Il fascismo non è un'opinione, è un crimine».

Con la segretaria del Pd a Milano c’è mezzo stato maggiore dem, a cominciare dai candidati alle Europee nella circoscrizione del Nord-Ovest: la capolista Cecilia Strada, Brando Benifei, Alessandro Zan e Gabriele Fiano. «Una partecipazione straordinaria e una bellissima risposta», sorride la leader del Nazareno, attorniata dalle richieste di selfie dei manifestanti. «In tanti ci chiedono di non mollare: oggi più che mai difendiamo la nostra Costituzione antifascista nata dalla Resistenza, anche nelle parti che oggi sono a rischio». E quindi «la sanità pubblica e universale, il lavoro, continuando a batterci per il salario minimo». E poi il «diritto allo studio e il diritto a respirare un'aria pulita». Ma soprattutto oggi «celebriamo quell'Italia che è stata dalla parte giusta della Storia», prosegue la segretaria, che in piazza è visibilmente a suo agio e si gioca la strategia della contrapposizione a Meloni: lei nei palazzi, pare suggerire, noi con la gente; lei con la Rai che non fa leggere a Scurati il suo monologo in tv, noi accanto allo scrittore.

VALORI COSTITUZIONALI

Per la verità pure Schlein, come la premier (che non c’è) e Carlo Calenda (che invece partecipa al corteo milanese ma a fianco della Brigata ebraica) finiscono al centro delle contestazioni dei filo-palestinesi che gridano «assassini» e «fuori i sionisti dal corteo». Mentre dall’altra parte c’è chi accusa la segretaria dem di aver sposato la linea dell’Anpi sul cessate il fuoco a Gaza. La sinistra è antisemita?, domanda un cronista. Lei ribatte: «Non è così.

Il 25 aprile è una giornata in cui bisogna andare avanti con la difesa dei valori costituzionali. E noi siamo qui per quello, è il nostro modo per onorare la Resistenza».

Poi, in piazza Duomo, l’incontro con Scurati. «È un piacere che ci incontriamo per la prima volta qui. Ti auguro buon lavoro», le dice lo scrittore, prima di salire sul palco e leggere il suo monologo. Parole che nelle stesse ore vengono declamate in decine di altre città italiane dove l’appello è stato rilanciato, da Firenze a Marzabotto fino a Catanzaro. Piazza Duomo acclama lo scrittore, lui tira una stoccata alla premier: «Temo che oramai nemmeno questo 25 aprile pronunci la parola antifascismo». Poi, giù dal palco, abbraccia Schlein.

Alla manifestazione ci sono anche Benedetto Della Vedova di +Europa e Raffaella Paita di Italia viva. Che si scaglia contro le contestazioni alla Brigata ebraica e denuncia: anche noi siamo stati presi di mira (una bandiera di Iv finisce rubata e strappata). «Urlare “fascisti” e “assassini” a chi rappresenta un popolo perseguitato dal fascismo e che il fascismo ha combattuto è intollerabile, oltre che da ignoranti», si infuria la coordinatrice dei renziani. «Un popolo che oggi lotta per la propria esistenza. Qui gli unici fascisti sono gli autori di questi cori».

PROVOCAZIONI

Anche Calenda, che sfila accanto alla portavoce di Azione Mariastella Gelmini con la brigata ebraica, rivela di aver ricevuto insulti «durante tutto il corteo da manifestanti pro-Palestina. Per fortuna – spiega, pubblicando un video in cui si vedono giovani scagliarsi con pugni e calci contro la comunità ebraica – abbiamo reagito tutti con grande compostezza evitando le provocazioni». Insulti contro cui tuonano pure da Forza Italia e Fratelli d’Italia: «Una vergogna e un'offesa alla memoria dei 6 milioni di ebrei trucidati. Schlein, Conte e Fratoianni – è l’appello dei meloniani – si dissocino apertamente da questo scempio che mortifica tutti gli italiani».

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