Omicidio sul Tevere, il caso di Emanuel Stoica

Venerdì 10 Maggio 2024, 11:22
Massacrato a suon di calci e pugni e azzannato da un cane. Fu trovato così, il 7 maggio 2020, Emauel Stoica, cittadino romeno all'epoca 38enne, sulla banchine del fiume Tevere a Roma, non lontano da Ponte Sisto. Era il tardo pomeriggio e quel pestaggio poi sfociato in omicidio fu ripreso, nelle sue parti finali da alcuni passanti che dai muraglioni sul lungotevere registrarono con i cellulari parte della scena. Quelle immagini tornarono utili alla polizia per contestare poi l'aggressione e l'omicidio a Massimo Galioto, già rimbalzato agli onori delle cronache per la morte di un giovane studente statunitense. Ma oltre a quelle immagini che tuttavia non misero a fuoco il volto dell'uomo, dirimente per risolvere il caso furono le verifiche della polizia scientifica. La vittima, Stoica, aveva una profonda ferita al cranio e la forma del livido poi formatosi era simile alla suola di una scarpa. Con Martina Torta, vice questore aggiunto Direttore della II sezione della I divisione - analisi investigativa scena del crimine della Scientifica di Roma e con il commissario capo tecnico Chiara Germani, funzionaria biologa addetta alla sezione di genetica forense del servizio polizia scientifica, scopriremo come si riuscì a collegare quell'impronta alla suola delle scarpe indossate quel pomeriggio da Massimo Galioto. L'uomo è stato condannato in primo grado all'ergastolo ma non ha mai confessato il delitto.
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