Latina, abusi edilizi nel centro sportivo: ordinanza di demolizione del Comune

La struttura con palestra, campi di calcetto e padel si trova in via Pane e vino, in piena zona agricola

I carabinieri forestali
di Monica Forlivesi
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Domenica 5 Maggio 2024, 05:40

Un lungo elenco di abusi edilizi, indicazioni relative a superfici, mappali, istanze e dinieghi, al termine di un altrettanto lunga ordinanza emessa dal Comune di Latina l’ordine di demolire le strutture abusive che si trovano nel centro sportivo di strada Pane e Vino. Tutto parte dall’intervento dei carabinieri forestali del Nipaf del Capoluogo che hanno effettuato un controllo nel centro sportivo di Borgo Montello, al confine con il Comune di Aprilia, e sollevano una lunga serie di irregolarità dal punto di vista della conformità edilizia.

Dalle verifiche risulta un capannone di 130 metri quadrati adibito a palestra dietro al quale si trova un’altra struttura divisa in quattro ambienti, due destinati a spogliatoi, un deposito e una tettoia aperta su due lati. Questi immobili, per i quali è stata presentata istanza di condono, risultano regolarmente accatastati all’Agenzia del Territorio e risultano essere stati realizzati con struttura prefabbricata che poggia su un basamento in cemento. A queste strutture si accede, ovviamente dalla strada, attraverso un passo carrabile che non è però autorizzato.

Nel documento vengono poi elencati una serie di manufatti: uno in legno adibito ad abitazione di 33 mq con annessa tettoia, un container prefabbricato adibito a deposito, un manufatto in legno adibito a locale tecnico, e sulla restante area scoperta due campi di calcetto con erba sintetica che ricoprono una superficie complessiva di circa 2.000 metri quadrati recintata. E ancora: una tettoia con una gradinata metallica prefabbricata di quasi 9 metri. Rispetto a questi immobili, viene precisato, è stata eseguita una ricerca negli archivi del Comune e non risulta essere stato rilasciato il necessario titolo edilizio abilitativo.

Non solo, manca anche l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue.

L’elenco continua citando una tettoia in legno adibita a bar e ristoro e un deposito, un altro manufatto con una tettoia che risulta essere completamente abusiva ed è compresa nell’istanza di condono. C’è poi un piazzale e tutta una serie di manufatti di piccole dimensioni e un po’ più rilevanti utilizzati come garage e depositi per i quali non risultano essere stati rilasciati i titoli edilizi. Vicini al capannone all’interno del quale si trova la palestra c’è anche un campo da paddle completo di impianto di illuminazione.

Ma cosa dice l’ordinanza di demolizione del Comune? Dice che il centro fitness deve essere praticamente demolito, ci si trova infatti di fronte a un diniego alla richiesta di condono, le opere sono soggette a permesso a costruire e agli atti dell’ente non risulta essere stato rilasciato il titolo abilitativo previsto, anche perché l’area ricade all’interno della zona H, in zona rurale insomma. L’ufficio antiabusivismo di piazza del Popolo, «accertata l’esecuzione di interventi in assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni essenziali» ingiunge alla proprietà la demolizione. Se i titolari del centro sportivo non provvederanno a demolire e ripristinare lo stato dei luoghi entro tre mesi, esattamente entro 90 giorni dall’ingiunzione, provvederà il Comune in danno.

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