Il nuovo regolamento del Comune di Latina per i centri sociali anziani prevede che le strutture debbano essere tutte a norma per essere assegnate, ma nessuna lo è. Ergo, il rischio è di approvare un regolamento che il giorno dopo chiude tutti i centri. Sembra un paradosso (anzi, una boutade), ma non lo è. E accade in piazza del Popolo. E accade perché le norme sono queste: il Comune è tenuto ad adeguarsi alle linee guida delle delibere della Regione Lazio in materia di centri sociali anziani, ed è anzi in ritardo, in quanto il termine per farlo era il 30 giugno 2023. Trascorso da quasi un anno, quindi. Dunque bisogna correre ad approvare il regolamento, che con sé porta anche gli schemi di convenzioni con i centri sociali anziani.
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La situazione
Una rivoluzione nata alcuni anni fa dalla Regione, in seguito alla trasformazione della gestione dei centri in Associazioni di promozione sociale (Aps).
Il problema scatta però al comma "a" dell’articolo 8: «Il Comune sostiene il centro anziani garantendo la messa a disposizione di un immobile congruo per dimensioni, a norma e senza oneri di locazione per l’associazione. Il Comune provvede all’autorizzazione al funzionamento del Centro con proprio atto, prima di stipulare la convenzione per la gestione. Il Comune garantisce le manutenzioni ordinarie e straordinarie il pagamento delle utenze». Il punto però è che nessun immobile di centri anziani a Latina è a norma; peraltro, si tratta spesso anche di immobili parecchio datati. La vicenda è approdata ieri mattina in commissione Servizi sociali del Comune di Latina: è stato qui che l’opposizione, con Dario Bellini, Floriana Coletta e Daniela Fiore, ha fatto notare il rischio di approvare un regolamento che i centri li chiuda, anziché aprirli. Non solo: secondo la Fiore, «c’è anche una responsabilità diretta del Comune, che potrebbe essere citato per danni». Gli uffici dei Servizi sociali, scrivendo il regolamento, avevano anche ipotizzato una norma transitoria per una sorta di “preassegnazione” nelle more della ristrutturazione dei centri, che però non ha superato il vaglio della segreteria generale, venendo modificata.
Se dalla maggioranza la consigliera Simona Mulé (FdI) ha evidenziato come «i regolamenti hanno valenza generale e non possono prevedere situazioni particolari», per superare l’impasse il presidente Nicola Catani ha suggerito la possibilità di una commissione congiunta con i Lavori pubblici, per comprendere possibilità e tempi di una messa a norma.