Autovelox non omologati, la sentenza della Cassazione: come riconoscerli e quando fare ricorso

Cosa fare quando l'autovelox è approvato ma non omologato. Ecco il precedente che potrebbe dare il via a migliaia di ricorsi in Italia

Autovelox non omologati: come riconoscerli e come fare ricorso contro le multe
di Marta Giusti
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Lunedì 22 Aprile 2024, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 17:07

Tantissimi autovelox in Italia potrebbero essere approvati, ma non omologati. Dopo il caso Fleximan scoppiato lo scorso anno, che ha visto decine di autovelox abbattuti, in Veneto, si torna a parlare di una sentenza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un automobilista multato per eccesso di velocità. Ora, questo precedente rischia di scatenare un assalto ai tribunali e svuotare le casse dei Comuni.

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Il velox, infatti, non deve solo essere approvato ma anche omologato. Una condizione che, secondo la Cassazione, sarebbe sufficiente all’annullamento delle sanzioni per eccesso di velocità emesse dagli apparecchi.

La vicenda

La vicenda è partita da Andrea Nalesso, avvocato di Treviso, che dopo una multa per eccesso di velocità ha impugnato la sentenza. L'automobilista viaggiava a 97 chilometri in tangenziale, una strada in cui il limite di velocità è 90. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso per un vizio formale, un vuoto normativo tra autovelox autorizzati ma non omologati. «Non sono il Fleximan legale, è una battaglia di tutti - ha detto l'avvocato civilista Nalesso - Mi dispiace per i sindaci ma va fatta chiarezza».

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La preoccupazione dei Comuni

Ora, i Comuni potrebbero essere costretti a risarcire con gli interessi i cittadini multati che presenteranno ricorso. Anche perché «i macchinari non omologati sono la stragrande maggioranza di quelli che si trovano tra le strade» sostiene Carlo Rapicavoli, direttore veneto dell’Anci veneto, a Repubblica. In attesa di un chiarimento dal Ministero dei Trasporti, qualunque automobilista venga sanzionato «proverà a fare ricorso o quantomeno chiederà l’attestazione della omologazione», aggiunge Rapicavoli. Solo in Veneto, sono a rischio circa 16 milioni di euro già messi a bilancio.

I dati in Italia

L'Italia detiene il primato in Europa per numero di autovelox con circa 11.171. E ha il 17% degli autovelox in Europa e il 10% a livello mondiale.

Ma grazie ad autovelox, tutor e semafori intelligenti il numero delle vittime della strada è calato fortemente.

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Il presidente dell'Associazione sostenitori amici polizia stradale (Asaps) ha espresso la sua preoccupazione a riguardo al giornale radio 1 Rai: «Questa sentenza ai fini della sicurezza stradale è un serio problema - ha detto Giordano Biserni, - è un passo indietro sostanziale». La polizia stradale è in attesa di un «emendamento che chiarisca che l'approvazione equivale all'omologazione. Anche perché, aggiunge «i tutor hanno determinato un calo del 60% delle vittime negli ultimi 7/8 anni».

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Come fare ricorso? Parlano gli esperti

Emanuele Ficara, avvocato esperto in contestazioni di violazioni del Codice della Strada, ha parlato a Repubblica spiegando la differenza tra autovelox approvati e omologati e quali sono le modalità con cui fare ricorso.

«L’omologazione accerta che il macchinario rispetti i requisiti tecnici previsti dalla normativa e ne consente la riproduzione in serie. L’approvazione, invece, consiste nell’autorizzazione del prototipo secondo degli standard definiti». Ma l'avvocato aggiunge che la legge «parla di approvazione e omologazione come fossero la stessa cosa, ma secondo un filone giurisprudenziale maggioritario si tratta di procedimenti distinti. Adesso la sentenza della Corte stabilisce l’esistenza di una differenza netta e sostanziale»

In caso di multe «può essere utile anche consultare internet per vedere se esistono già delle pronunce su quell’autovelox» dice il legale. E per capire se l'autovelox è omologato o no «Si può fare un accesso agli atti e verificare se quell’apparecchio ha un certificato di omologazione. In alcuni casi il Comune potrebbe anche aver messo a disposizione queste informazioni online».

Se l'omologazione non è stata fatto si può procedere col ricorso. «Esistono due modalità. Una prevede di rivolgersi al prefetto entro 60 giorni dalla sanzione, ma di fatto ci si rivolge alla stessa amministrazione che ha fatto la multa. Il vantaggio è che il ricorso è gratuito, perché non bisogna anticipare la marca da bollo. Ma lo svantaggio è che se lo perdo la sanzione raddoppia». E la sanzione dovrebbe essere annullata e «il Comune pagherebbe sia le spese legali che le marche da bollo». La seconda modalità è “Quella davanti al giudice di pace, a cui si può rivolgere direttamente cittadino oppure il suo avvocato. In questo caso, però, il limite per presentare ricorso è di 30 giorni dalla sanzione e di fatto si apre un contenzioso, perché viene chiamato in causa il Comune o chi ha installato l’apparecchio. Davanti al giudice possono essere chiesti anche degli accertamenti tecnici, quindi magari si potrebbe scoprire che un apparecchio che non era omologato era anche difettoso».

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«Sembra il classico cavillo giuridico ma in realtà di stratta di una questione molto importante: questi termini, infatti, non devono essere affatto essere confusi, dice la Cassazione. L'approvazione è un procedimento preliminare, un presupposto. - spiega l'avvocato Dario Giordano - Ma deve arrivare a un'omologazione che è un procedimento ben più puntuale sul macchinario e che garantisce - sottolinea l'esperto - che quest'ultimo rilevi in maniera giusta la velocità. Il codice della strada, infatti, dice che solo i macchinari omologati possono elevare in maniera corretta delle multe - spiega l'avvocato. «Se il macchinario è solo approvato e non omologato come nel caso di Treviso la multa è stata elevata in modo irregolare. E tutti questi verbali possono essere potenzialmente quindi contestati», sottolinea.

Ma non c'è possibilità di fare ricorso per chi ha già pagato la multa. «Per i verbali già pagati, non c'è più nulla da fare perchè si genera acquiescenza». Di certo per Udicon la sentenza della Cassazione deve rappresentare uno spartiacque. La speranza dell'avvocato Giordano è quella di un miglioramento dopo questa storica sentenza: «Noi auspichiamo che questa sentenza della Cassazione faccia riflettere sul sistema delle sanzioni del Codice della strada in generale, perchè a volte sono poco proporzionali e quindi da ridisegnare complessivamente», conclude.

Codacons: per le multe già pagate non c'è speranza

Ma il Codacons frena sulla possibilità di annullamenti di massa delle sanzioni. «Per le multe già pagate o quelle per cui siano scaduti i termini, non è possibile proporre ricorso», avverte l'associazione presieduta da Carlo Rienzi. «Il rischio è che la decisione della Cassazione sia interpretata come una bocciatura degli strumenti di rilevazione automatica della velocità e come un via libera al superamento dei limiti sulle strade, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza stradale - prosegue Rienzi - Per questo chiediamo ai comuni di fare chiarezza, pubblicando sui siti delle amministrazioni le omologazioni degli apparecchi installati sul territorio, in modo da evitare contenziosi e garantire massima trasparenza agli automobilisti». 

 

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