Quando sono arrivati sul posto, a Pescara, si sono resi conto che le informazioni comunicate nella telefonata con la richiesta di intervento non corrispondevano, esattamente, alla realtà dei fatti. Il paziente dichiarato in arresto cardiaco, con i familiari intenti, da profani, a effettuare le manovre di rianimazione, in realtà era preda della più classica delle sbronze.
Il problema, per i tre operatori del 118 giunti nel cuore di Zanni, uno dei quartieri caldi della periferia nord, è che il tutto si è svolto nell’appartamento di una delle famiglie più turbolente di Pescara. Così, al rifiuto di prestare ulteriori soccorsi e, soprattutto, di provvedere al trasferimento del presunto paziente in ospedale, l’equipaggio composto da medico, infermiere e autista si è trovato circondato da parenti e amici dello sbronzo. L’ulteriore rifiuto della prestazione, del tutto inutile alla luce dei dati obiettivi, ha scatenato l’aggressione agli operatori del 118, riusciti miracolosamente a mettersi in salvo raggiungendo di gran corsa l’ambulanza parcheggiata di fronte al palazzone popolare.
Anche intorno al mezzo una piccola folla ha cercato di malmenare i tre sanitari, che comunque sono riusciti a salire a bordo e fuggire in direzione dell’ospedale.
La denuncia dell’accaduto sarà formalizzata oggi in questura, dal omento che la domenica non è operativo il posto fisso di polizia in ospedale. Saranno ovviamente forniti tutti gli elementi utili a identificare buona parte dei partecipanti all’aggressione. Non la prima e presumibilmente neanche l’ultima, purtroppo, a danno di operatori sanitari.