Mma, Khadim Dia conquista Glasgow: «Essere favoriti non aiuta, ho usato molto la testa»

Allenato da Lorenzo Borgomeo si è esibito di fronte a 7mila persone nell'evento Cage Warriors

Mma, Khadim Dia conquista Glasgow: «Essere favoriti non aiuta, ho usato molto la testa»
di Marco Pasqua
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 21:46

C'è stata una piccola pattuglia di fighter italiani allenati a Roma da Lorenzo Borgomeo, che, nei giorni scorsi, ha messo a segno dei bei colpi, sportivamente parlando. Se nella Capitale, durante l'evento Fighting Spirit, ha confermato il suo talento il romano Daniele Battaglia (ex pugile), mentre Gabriele Cera ha debuttato, con successo, nelle Mma, ecco che una delle migliori prestazioni made in Italy è arrivata da Glasgow. Il protagonista è il welter Khadim Dia, classe 1997, che ha vinto, con verdetto unanime, nell'ambito dell'evento Cage Warriors, contro Mush Aslani, di fronte a settemila persone. «Sulla carta partiva favorito Dia – ammette Borgomeo, anima della palestra "Aurora Mma" – poiché Aslani ha un record di 4 vittorie e 4 sconfitte, non eccellente quindi. In realtà, è molto forte nella lotta libera e, soprattutto, è lo sparring partner di Leon Edwards, attuale campione di Ufc. Insomma, un osso duro».

Italo-senegalese (papà del Senegal, mamma italiana), Khadim nasce a Milano.

Al suo attivo ha, da professionista, 5 vittorie e nessuna sconfitta (dal dicembre 2021). Adolescenza complicata, come tanti coetanei. Solo che la madre, per tenerlo alla larga da alcune cattive frequentazioni e anche dalle droghe, decide di spedirlo per alcuni mesi dai parenti in Senegal. Quando ritorna, inizia a praticare boxe e poi Ju Jitsu. Le Mma arrivano tardi, nel 2020. «Erano gli anni del Covid – racconta il fighter – ed era complicato allenarsi. Un mio amico, che praticava Mma, mi chiede di fargli da sparring. E da allora non ho più smesso».

In famiglia è l'unico ad aver scelto di combattere: la sorella grande è una ricercatrice, quella più piccola è in missione umanitaria in Burkina Faso. Nel suo curriculum può vantare la partecipazione alla "Fight Academy di San Diego", che, lo scorso anno, ha riunito 20 atleti promettenti, provenienti da tutto il mondo, per una sorta di talent shot di settore. Il rapporto con Borgomeo, che è anche il tecnico della nostra Nazionale di Mma, nasce per caso, dopo che un amico gliene parla. «Mi allenavo con dei ragazzi che si appoggiavano ad Aurora – spiega – un giorno chiamai Borgomeo e gli chiesi di allenarmi con lui». I primi tempi fa la spola tra Milano e Roma. Da un anno si è trasferito nella Capitale, nella zona di piazza Bologna. Un metro e 94 di altezza, rientra tra i fighter che nella gabbia sanno usare anche bene la testa, come ha fatto a Glasgow. «Ero favorito – ammette – ma il mio avversario era un wrestler forte, dal quale ci si poteva aspettare di tutto. Questo è uno sport imprevedibile e non mi bisogna mai dare niente per scontato. Sono partito bene, e sono riuscito a mandarlo al tappeto al primo round. Round che, però, ho perso. Mi sono concentrato e gli altri due round me li sono aggiudicati, grazie anche ai consigli del mio angolo». Le regole di Cage Warriors sono quelle di ogni circuito importante: se vinci vai avanti, e questo Dia lo sa. «Per arrivare a combattere per il titolo devo vincere altri due match di fila – racconta – e io ce la metterò tutta. Adesso mi sono preso una settimana per riposare, poi torno ad allenarmi in vista del prossimo appuntamento in gabbia che dovrebbe essere a giugno». 

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