Banda del buco, tunnel crollato a Roma: arrestati i 5 uomini talpa, il basista era rimasto per 8 ore sotto terra

Il basista era rimasto per otto ore sotto terra a causa del cedimento della galleria

Il recupero dell’uomo rimasto incastrato sotto terra da parte dei vigili del fuoco (foto FRACASSI/AG. TOIATI) Il recupero dell’uomo rimasto incastrato sotto terra da parte dei vigili del fuoco (foto FRACASSI/AG. TOIATI)
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 19 Aprile 2024, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 10:31

«Ci sono un paio di settimane che tocca solo andare al mare... sono cose che capitano... qualche rallentamento ci sta e basta...». Prima ancora che un componente della sua banda rimanesse incastrato, l’11 agosto scorso, in quel tunnel scavato sotto via Innocenzo XI per poter mettere a segno il colpo nella filiale Unicredit di piazza Pio XI, il “basista” Andrea Grassi - come viene rinominato nell’ordinanza di custidia cautelare - aveva tirato il freno a mano su un’altra rapina.

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IL PRECEDENTE

Un mese prima, infatti, l’uomo che insieme ai suoi aveva studiato nel dettaglio un colpo a Casal Bertone è costretto a fermarsi dopo che i carabinieri lo fermano per un controllo non lontano dalla filiale che aveva preso di mira.

Così informa prima ancora che i suoi soci un uomo, poi arrestato per maltrattamenti dalla polizia a Primavalle, che si chiama Manolo Zioni, appartenente a una delle più note famiglie del quartiere in fatto di spaccio, usura ed estorsioni. Proprio da Primavalle Grassi quel quattro luglio di un anno fa si muove diretto a Casal Bertone ma il colpo sfuma e lui informa prima di tutti Zioni. C’è da stare fermi e, considerata la stagione, andare al mare. “Silenziare” un movimento già ampiamente oliato che potrebbe naufragare, aspettare e riprogrammare un altro colpo.

Così a distanza di un mese l’obiettivo viene centrato all’Aurelio. Ma qui, benché la rapina fosse stata studiata nei minimi dettagli, subentra l’imprevisto e proprio Grassi resta incastrato in quel tunnel scavato nel sottosuolo che imporrà uno dei soci da ultimo arrestato al termine dell’inchiesta guidata dall’aggiunto Giovanni Conzo e firmata dai carabinieri della compagnia Trastevere. Dalle carte si legge e si ricostruisce la meticolosità del gruppo su cui i militari stanno sopra da tempo perché allertati dai colleghi della Campania dell’esistenza di una banda specializzata proprio nella tecnica del “buco”. Nel primo pomeriggio dell’11 agosto al numero di emergenza arriva una telefonata - che si scoprirà esser stata fatta da uno dei cinque da ultimo arrestati, Davide Sciavarello - in cui si chiedeva l’intervento di soccorso per una persona rimasta coinvolta nel crollo in via Innocenzo XI all’altezza del civico 42. Sul posto arrivano i vigili del fuoco e i carabinieri. I primi impiegheranno non meno di otto ore per estrasse il Grassi dal tunnel ma l’uomo, che aveva riportato serie ferite sarà ricoverato d’urgenza senza possibilità di ascoltarlo all’ospedale San Camillo. Due degli altri soci, Mario Mazza e Antonio Pinto provano a scappare a bordo di una Jeep Renegade violando un posto di blocco proprio a piazza Pio XI e provando a speronare l’auto dei militari che, nel mentre, avevano iniziato a seguirli.

LE INDAGINI

Le indagini successive accerteranno come gli uomini della banda per iniziare a “scavare” il buco- tunnel che li avrebbe poi dovuti condurre dentro la filiale della banca. Avevano preso in affitto un locale al civico 42 di via Innocenzo XI attraverso un “prestanome” che aveva firmato il contratto senza sapere neanche chi fossero i reali “affittuari”. Per cercare di camuffare il piano tramite un altro contratto avevo cercato di nascondere i lavori di scavo attraverso la finta ristrutturazione del locale stesso che, ma solo a parole, sarebbe stato usato come magazzino di un negozio di termoidraulica. Secondo il gip «le modalità di commissione dei reati, realizzati da soggetti provenienti da ambiti territoriali diversi, con tecniche tali da determinare anche un elevato pericolo per l’incolumità propria e degli altri, sono dati che denotano un elevatissimo grado di preordinazione e collaudata tecnica criminale».

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