E' stato molto più di un elogio alla pop art. E' stato il tributo convinto della Chiesa alla potenza sprigionata dalle avanguardie femminili che si sono maggiormente impegnate nelle lotte femministe e di sinistra, a cominciare da Frida Khalo fino ad arrivare a Louise Bourgeois, la 'maestra' delle immagini trasfigurate del membro maschile e del concetto di maternità con le enormi sculture filigrane a forma di ragno. Papa Bergoglio si è poi inchinato anche al genio di Corita Kent, musa di Andy Warhol, ex suora scomparsa nel 1986, grandissima interprete dei movimenti per i diritti umani le cui opere sono state affisse nella caffetteria interna del carcere femminile della Giudecca (dove è stato allestito il Padiglione della Santa Sede per la Biennale).
Le tre artiste sono state incluse in un passaggio del dirompente discorso rivolto da Francesco agli artisti e pronunciato nella cappella dedicata a Maria Maddalena, all'interno della Casa di reclusione.
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E' la prima volta che un pontefice cita in un discorso queste tre esponenti spesso provocatorie e discusse, sbriciolando così un altro muro. Il rapporto della Chiesa con l'arte contemporanea – e con le avanguardie - non è sempre stato costante e scorrevole, anzi. Solo con Paolo VI, alla fine degli anni Sessanta e dopo il Concilio Vaticano II si cominciarono a riallacciare fili che si pensavano interrotti per sempre. «Nei decenni precedenti si era parlato di divorzio causato anche dalla difficoltà della Chiesa a comprendere e accettare l'autonomia dell'arte, che giustamente non accetta di fare da semplice cassa di risonanza di parole altrui» ha spiegato il cardinale Josè Tolentino de Mendonca, 'ministro' vaticano per la Cultura e promotore del Padiglione nel carcere veneziano.
Ora si tratta di un lavoro di squadra destinato ad andare avanti unendo codici spirituali all'algebra della creatività. «Questo Padiglione ne è la testimonianza, non abbiamo infatti cercato gli artisti più comodi, costruire una trincea o isolarci in una visione. Al contrario l'invito è che tutti vedano coi propri occhi, in questo senso abbiamo scelto di essere inquilini e vicini, piuttosto che padroni di casa».