Roma, blitz a Tor Bella Monaca nella notte: Raggi cancella il murale del boss

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Con un’operazione che ha visto impiegati decine di mezzi di vigili urbani, polizia e carabinieri, il Campidoglio ha rimosso quelli che qualcuno aveva ribattezzato i murales della vergogna. Celebravano, infatti, il potere delle famiglie che, a Tor Bella Monaca, controllano lo spaccio. E che, i più, considerano intoccabili. Via Ferdinando Quaglia, poco dopo l’una, chiusa al traffico da un imponente schieramento di forze dell’ordine: qualcuno si affaccia alle finestre, inveisce contro chi è lì per portare la legalità. Il primo murales che viene coperto con il colore beige si trova nel palazzo R9, in viale Ferdinando Quaglia: raffigura il volto di Serafino Cordaro, “l’angelo” (così ribattezzato dalle mani criminali che lo hanno disegnato), ucciso nel 2013 da Stefano Crescenzi, in una spietata lotta per controllo del mercato della droga. Gli agenti della municipale, capitanati da Antonio di Maggio, non fanno avvicinare nessuno: si temono reazioni da parte di chi vorrebbe proteggere quell’ostentazione postuma del potere da parte di un boss. “Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto. Questi murales erano qui da anni, ma nessuno aveva mai osato toglierli – dice la sindaca, Virginia Raggi – Torneremo a Tor Bella Monaca”, promette. Il secondo murales è ad un paio di chilometri di distanza: lungo cento metri, celebra Antonio Moccia, figlio del boss di Afragola Vincenzo Moccia, morto in un incidente stradale, nel 2012.