Tivoli, la lettera e l'emozione. «Oggi sono qui per raccontarvi una storia. E anche se ho paura di cedere alle emozioni, questo racconto lo devo a qualcuno che, senza dubbio, in questo momento mi starà guardando divertito». Comincia così la lettera che Martina, la sorella di Marco Petrini, per tutti Dottor Pet, ha letto al funerale del fratello, scomparso a soli 37 anni per un male incurabile.
Dottor Pet, la lettera della sorella
La ragazza ha deciso così di condividerla sui social.
IL RICORDO
«Mio fratello non voleva essere chiamato eroe o guerriero per il solo fatto di essere costretto a combattere contro una malattia che non aveva voluto o meritato, lui era un medico veterinario, il più bravo e appassionato, era il dottor Pet. Per il suo lavoro era pronto a rinunciare ai fine settima, alle feste, ai viaggi. Non riuscivo a capire come una persona potesse sacrificare per un lavoro quello che in fondo è il nostro bene più prezioso, il tempo. Mia madre mi diceva sempre che per lui quella era la felicità. Marco aveva trovato quello che la maggior parte delle persone cercano con tormento per tutta la vita, la propria vocazione. Quella cosa a cui sei destinato, quella in cui riesci facilmente, quella che ti regala felicità e un senso di profondo appagamento. Insomma, quanti di voi possono dire di averla davvero trovata? Io no».
E se pensate «che il senso della vita sia l’amore, beh, mio fratello aveva trovato anche quello. Diciamo che, per quanto riguarda questo punto, è partito bene sin dall’inizio. Marco è cresciuto in una famiglia che lo ha amato profondamente. Mia madre lo ha accompagnato nel suo percorso ogni singolo giorno, fino all’ultimo minuto. Giulia, la sua compagna, lo ha sostenuto e aspettato, forse lo aspetta ancora. Sapete, tutto questo mi conforta perché, se la vita è un percorso che serve a trovare un senso e a risolvere la propria persona, forse Marco ci ha lasciati con largo anticipo perché quel senso lo aveva trovato, era una persona risolta. A questo punto penserete, per fortuna che sono irrisolto. È vero, Marco non ha potuto fare tante cose, a questo ci penserò io. Lui vivrà in me, farò quel viaggio in Giappone che avevamo deciso di fare insieme e realizzerò quel piccolo grande progetto che aveva per me. Giulia, purtroppo per ovvie ragioni non posso sposarti, ma spero che continueremo a prenderci cura l’una dell’altra, per Marco e con Marco. Se ci pensate le vere star se ne vanno sempre prima, i grandi non devono sopportare il peso della vecchiaia. Allora buona notte fratellino, stammi vicino, vedrai che ci divertiremo».