Disabili restano in stazione, Trenitalia non ha le pedane per il trasporto a bordo

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3 aprile 2014, ore 9:00, treno regionale 7210 da Velletri a Roma pieno di pendolari che regolarmente e faticosamente arrancano verso i loro posti di lavoro. Un giorno di ordinaria follia insomma se non fosse per un’ intoppo all’arrivo alla stazione di Pavona. Il treno si ferma, arrivano due disabili in carrozzina in testa al binario dove dovrebbe essere predisposta la pedana per la salita e discesa. Ma per un disguido tecnico-organizzativo nello scambio di Ciampino la società ferroviaria ha preferito mandare, a quell’ora e a coprire quella tratta specifica, uno dei pochi treni senza il supporto per i disabili e anzi con tre scalini da dover salire per entrarvi. E dire che le donne si erano premurate di avvertire con un’ora di anticipo Trenitalia della loro intenzione di arrivare a Roma Termini usufruendo di quel treno. Quello che stupisce ora non è l’indignazione degli abituali pendolari, costretti ad attendere per più di un’ora, ma la rassegnazione e la serenità con le quali le due disabili, accompagnate dalla signora Antonella, prendono il “disguido”. Normale amministrazione commentano. Eh si perché solo pochi mesi fa le donne, per fronteggiare i loro ostacoli quotidiani, si erano attrezzate con una pedana personale lasciata in stazione e a disposizione di tutti quelli costretti ad usufruirne, pedana rubata nella stessa stazione da ignoti. Il capotreno dalla sua non può che adeguarsi alle decisioni dei suoi superiori che, dopo un’ora di attesa, gli comunicano di lasciare lì le donne e ripartire alla volta della Capitale. Antonella e le disabili ripartiranno per Roma solo con il treno successivo, stavolta attrezzato di tutto punto. Un servizio, quello dei trasporti, che fatica ad adeguarsi alle tante persone che cercano di vivere una vita autonoma e indipendente nonostante i loro handicap. (Servizio di Cristina Pantaleoni – Agenzia MeridianaNotizie)