Crisi, gli italiani rinunciano alle vacanze: 7,8 milioni a casa

EMBED
Un cane che si morde la coda: forse è la similitudine più adatta a rappresentare la situazione di crisi che attraversa il Paese incidendo anche sulle vacanze degli italiani. Secondo Confartigianato, nell'estate 2013 disoccupazione e situazione economica generale hanno costretto 7,8 milioni di cittadini a rinunciare del tutto alle vacanze e condizionato pesantemente le scelte di chi ha deciso di partire comunque.Insomma, i soldi sono pochi o non ci sono per niente. Le priorità sono casa, tasse e figli e così in vacanza non si va oppure si sfruttano week-end "mordi e fuggi", possibilmente al mare, ospiti di amici o parenti e comunque non lontano dalla propria città.Risultato: si spende di meno e l'economia ristagna, costringendo gli operatori turistici ad alzare i prezzi per non andare in perdita, innescando però un meccanismo perverso di corsa al risparmio che si avvita su stesso.Tra il 2009 e il 2013 i prezzi per le vacanze in Italia sono aumentati del 15,1% e quello dei trasporti del 21,8%. Poi c'è il caro-benzina in costante ascesa. Va da sé che in una simile situazione il relax si preferisce cercarlo sul divano del salotto.L'Italia è sempre stato un Paese a forte vocazione turistica: detiene la maggior parte del patrimonio artistico e culturale mondiale e ha migliaia di km di spiagge. Eppure il turismo, anziché essere un fattore trainante per l'economia è in caduta libera. Nel 2012 il nostro Paese si è piazzato solo al terzo posto, dopo Francia e Spagna, nella classifica dei Paesi europei con il maggior numero di presenze turistiche.I rappresentanti delle imprese del settore lanciano un allarme. "Bisogna rinvigorire i consumi delle famiglie - dicono - e valorizzare le eccellenze del made in Italy che rappresentano i motori della nostra economia".