Diciottenne romana uccisa a Nottingham, il grido d'aiuto in un video: «Aiutatemi, qui non mi curano: ho paura di morire»

EMBED
di Costanza Ignazzi
«Aiutatemi, ho paura di morire». Mariam Moustafa, la diciottenne romana morta a Nottingham, aveva affidato a Youtube il suo ultimo grido di disperazione. Ma il suo cruccio non erano le bulle che la perseguitavano e che, come ha raccontato la madre, la avrebbero già aggredita mesi prima del pestaggio fatale. Mariam aveva problemi di cuore dalla nascita e aveva deciso di affidare al web la propria odissea tra ospedali, medici e pronto soccorso. Nessuno, si sfoga guardando la videocamera con gli occhi lucidi, è riuscito ad aiutarla. 

«Sono andata in ospedale e mi hanno diagnosticato un'infezione al torace, poi mi hanno rimandata a casa solo perchè i loro macchinari dicevano che stavo bene - racconta - al Queen Hospital mi hanno detto che mi avrebbero procurato uno specialista ma non è mai successo». Al cuore Mariam aveva un problema serio, per il quale era già stata operata in Italia: alla videocamera mostra vari referti, tra cui quello dell'operazione al Bambin Gesù e quello degli ospedali britannici che la avevano dimessa. Nemmeno il medico di famiglia ha fatto nulla per lei tranne un certificato per permettere alla madre di guidare per portarla di persona in ospedale. «Ma io continuo a non sentirmi bene, ho difficoltà a respirare. Mi hanno detto che ho una trombo embolia venosa, dovrei prendere il Lasix altrimenti il sangue potrebbe smettere di arrivare al cervello: rischio la vita». 

Al colmo della disperazione, racconta di aver chiamato anche la polizia, che però le ha risposto di non poter fare nulla per lei. «È mai possibile che questo sia il Regno Unito? - si chiede Mariam, disperata - sono venuta qui per studiare e ora non sto nemmeno più andando all'università, non esco più di casa. Vi prego, aiutatemi a diffondere questo video, altrimenti morirò qui. Ho paura», ripete, sforzandosi di non piangere, senza sapere che quel grido di dolore ha il sapore di una profezia.