Riccardo Fogli, Corona: «Ho toccato il fondo. Marcuzzi? Ha l'obbligo di schierarsi»

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Giovedì 7 Marzo 2019, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 20:30

«Con Riccardo Fogli ho fatto la cosa peggiore della mia vita». Fabrizio Corona fa mea culpa dopo il caso del presunto tradimento della moglie di Fogli all'Isola dei famosi. «È stato il punto più basso della mia carriera. Mi sento una persona cattiva e sono pronto a prendermi le mie responsabilità», dice l'ex paparazzo che assicura di non aver preso «un euro per il video con Fogli. I vertici Mediaset? Immagino sapessero», aggiunge in una conferenza stampa convocata a Milano. 

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Fabrizio Corona nella conferenza stampa a Milano

Su Alessia Marcuzzi. «Non credo nello stupore, anzi; credo che Alessia Marcuzzi, che stimo e apprezzo, in questo momento ha l'obbligo di schierarsi, di dire la sua perché lei è il capitano, il timoniere di questa nave», continua Corona che si dice umanamente dispiaciuto («il pianto di Riccardo Fogli non mi fa dormire da tre giorni»), ma rivendica la sua correttezza professionale («ho risposto a delle accuse»).

Corona, che in conferenza stampa aveva accanto a sé Pietro Farneti, responsabile della comunità in cui sta svolgendo un percorso terapeutico dopo le condanne, distingue tra «aspetto lavorativo e sentimentale, di umanità». «Fogli alla notizia aveva fatto un pochino il gradasso, quello forte, quindi è normale che ti arrivi una risposta da chi ha dato la notizia, cioè il sito, del quale io sono responsabile», spiega l'ex di Belen.

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Il caso Isola. Corona dice quindi la sua sulle teste cadute nel team dell'Isola dei famosi dopo il suo video e il pianto in diretta di Fogli. La capoprogetto dell'Isola dei Famosi, Cristiana Farina, «è stata licenziata perché ha un codice deontologico e doveva valutare ciò che sarebbe andato in onda; io non mi sento responsabile per il suo licenziamento e penso che ognuno debba difendere le proprie idee come ho fatto io in questi anni di tribunale», sottolinea.

«Quando decidi di fare una scelta editoriale - continua Corona - devi valutare pro e contro, se è giusto o no; immagino poi che tutti sapessero del video e credo sia stato approvato sia da Mediaset che da Magnolia, è comunque una prima serata nazionale». A chi gli chiede se ritenga che tutti abbiano valutato male le conseguenze, l'ex fotografo dei vip risponde: «Penso che giustamente Mediaset dovesse pretendere la testa di qualcuno per l'effetto che c'è stato»; in ogni caso, «conosco personalmente la capoprogetto e penso che sia tuttora convinta di quello che ha fatto e difenda il suo lavoro editoriale».


Dopo il videomessaggio, che Corona aveva affidato grezzo alla produzione è che è stato montato, «Fogli si è messo a piangere, come un uomo che si sentiva impotente e non poteva fare nulla di fronte a milioni di persone. Io mi sono sentito come lui, quando ero in prigione». «Quel pianto - prosegue l'ex fotografo dei vip - non mi ha fatto dormire per tre giorni. Sono stato cattivo, ho ferito una persona che non lo meritava e ho sbagliato. Gli chiedo scusa perché quello che ho fatto non doveva essere fatto. Mi sento una m... Penso di aver fatto la cosa peggiore della mia vita, mi sento una persona cattiva e sono pronto a prendermi le mie responsabilità».

Corona precisa che «la parte lavorativa è però stata giusta. C'è un sito di notizie ed è giusto che dia notizie. Il videomessaggio è stato giusto, ho risposto a una accusa» anche se «prima di fare cose di questo tipo dovrò riflettere di più».

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«Mai video integrale»​. «Il video integrale non sarà diffuso, ma con Giampaolo Celli, con il quale siamo amici da 20 anni, penso che pubblicheremo tutte le verità, visto che vuole fare una querela per diffamazione», conclude Corona. «Quel video - spiega infine - era molto più lungo ed è stato montato e tagliato; nel momento in cui si decide di fare una scelta editoriale, nessuno ti viene a chiedere 'scusate, posso?'». In ogni caso, «quel video non è nostro, è di proprietà di Magnolia, l'unica cosa che il Corona Magazine potrebbe pubblicare sono tutte le verità e i dialoghi, perché quelli li abbiamo tutti quanti».

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