«Oh mio Dio». Le urla disperate mentre il viadotto viene giù

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La foschia all'orizzonte, la pioggia battente, poi all'improvviso il crollo del ponte. È la drammatica scena immortalata da un video comparso sui social network pochi minuti dopo la tragedia di Genova. «Oh Dio, oh Dio santo mi sento male», urla l'autore della sequenza. Nelle sue parole si avverte la paura, il terrore ma anche l'incredulità per la scena agghiacciante che si stava consumando davanti ai suoi occhi. Quello che viene considerato uno snodo fondamentale in città, il ponte Morandi, rovina al suolo.
 


Un volo di 100 metri tra la fitta pioggia, un vero nubifragio, che stamattina ha colpito il capoluogo ligure. «Ero uscito solo per riprendere la pioggia», scrive su Facebook l'autore del video. Ed invece il telefonino immortala quella che di lì a poco si confermerà una tragedia, con morti e di feriti. Nei pochi secondi del video si vede un tratto di ponte che si sbriciola all'improvviso. Pochi momenti prima del crollo sullo sfondo compare un forte bagliore. Immagini che confermerebbero anche le parole di alcuni testimoni che hanno parlato di un fulmine nei pressi del ponte proprio nel momento del collasso. La scena che si trovano davanti i soccorritori è «apocalittica», come la descrive chi è stato sul posto. I piloni distrutti, le auto accartocciate come lattine, i capannoni sfondati e macerie di asfalto e cemento armato a sommergere il fiume sottostante. Macerie enormi, pezzi di asfalto giganteschi sotto i quali potrebbero esserci ancora persone in vita. A venire giù è stata la campata principale del ponte, un 'mostrò che adagia i suoi piloni tra i palazzi, che anzi sembra poggiare le sue strutture portanti proprio sugli stabili, tra i cortili, le strade e i palazzi. E proprio alcuni palazzi sono stati evacuati per il rischio di altri cedimenti. Così una cinquantina di persone sono state costrette a lasciare le loro abitazioni che si trovano proprio sotto il ponte e che, miracolosamente, non sono state coinvolte dal crollo. Fino al cessato allarme, e alla conclusione delle verifiche sul resto del viadotto ancora in piedi, gli abitanti resteranno lontani dalle loro case. Quel che resta è la drammatica immagine di un ponte interrotto e di una città lacerata.