Le gang di Torbella «che rubano gli alloggi», i residenti: «Bande di stranieri entrano nelle case incustodite»

Il viaggio nel quartiere, una delle principali piazze dello smercio della droga della Capitale, prosegue verso via dell'Archeologia nota come "la piccola Scampia" per l'altissimo tasso di spaccio di stupefacenti

Le gang di Torbella «che rubano gli alloggi», i residenti: «Bande di stranieri entrano nelle case incustodite»
di Flaminia Savelli
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Domenica 5 Maggio 2024, 09:57

«Da dieci anni vivo da abusiva, pagando gli oneri e in attesa che mi venga assegnata una casa perché sono regolarmente iscritta. Non vorrei vivere nell'illegalità ma quando sono diventata mamma, insieme al mio compagno, abbiamo deciso di occupare sperando poi di regolarizzare la nostra situazione». Elena, 50 anni, vive nella torre C di via Santa Rita da Cascia a Tor Bella Monaca, il quartiere con la più alta concentrazione di case popolari. Sono 5.567 appartamenti, pari al 60% del totale. Quattromila sono del comune, 1.500 dell'Ater, l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica della regione Lazio. Case che nel corso degli anni sono state occupate dai clan e poi utilizzate come base dello spaccio. Una polveriera pronta a esplodere dove la guerraper ottenere una casa è quotidiana. Lo scorso 31 marzo, proprio nella torre C, è divampato un incendio alla centralina elettrica. Il contatore è andato in tilt a causa degli allacci abusivi. Una volta scattato l'allarme, i vigili del Fuoco insieme ai carabinieri di zona hanno disposto l'evacuazione. Ma nessuna delle famiglie si è allontanata dalla palazzina: «Nessuno di noi ha lasciato la propria abitazione oltre il tempo necessario per la messa in sicurezza. Sappiamo come funziona, il rischio era che qualcuno in nostra assenza avrebbe occupato» racconta Pietro, 60 anni, che con Elena condivide il pianerottolo del settimo piano. Anche lui un illegale in attesa di assegnazione. Procedendo oltre la torre c sfilano le torri dell'Ater su cui la Regione ha disposto i primi interventi di ristrutturazione. Tra queste, la torre 50 diventata la base operativa di alcuni esponenti della famiglia Moccia, il più antico e potente sodalizio camorristico che gestisce il traffico di stupefacenti nel quadrante est della Capitale.

LA "PICCOLA SCAMPIA"

Il viaggio nel quartiere, una delle principali piazze dello smercio della droga della Capitale, prosegue verso via dell'Archeologia nota come "la piccola Scampia" per l'altissimo tasso di spaccio di stupefacenti.
L'amministrazione municipale ha concentrato risorse e iniziative per riqualificare questa zona del quartiere. Eppure, alle tre del pomeriggio le "vedette" sono ovunque. Tutti giovanissimi, stranieri di origini tunisine e algerine, che piantonano gli ingressi dei palazzi. «Abbiamo paura. Il via vai ormai non è solo nelle strade ma nei palazzi, accanto alle nostre case dove vivono i pusher» racconta Francesco che da abusivo in via dell'Archeologia è nato e cresciuto: «Da 40 anni vivo in questa palazzina da abusivo, in attesa di una casa regolare. Negli ultimi anni la situazione è diventata ancora più pericolosa. Gruppi di stranieri hanno occupato le case facendone una base di spaccio e prostituzione. Sono arrivati con le spranghe, con i bastoni forzando porte e finestre. Ci sentiamo in ostaggio». Il viaggio a Tor Bella Monaca termina nelle palazzine popolari di via San Biagio Platani dove la scorsa settimana durante un blitz, carabinieri e vigili urbani hanno liberato 42 locali occupati abusivamente. L'unica attività regolare - il bar Aurora- è stata costretta a chiudere proprio a causa dell'alto livello di delinquenza: «Vi ringraziamo per la vostra compagnia» si legge nel cartello affisso dallo staff: «Era l'unico bar della strada, non ce l'hanno fatta» commenta amareggiata Ludovica, residente della strada: «Non ci resta che aspettare». Il futuro disegnato dall'amministrazione per i nuovi spazi è quello di attivare una rete di servizi, negozi, attività ricreative.

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