Papa: chi è in carcere non pensi che la sua vita è finita

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"L'abbraccio e il bacio di suo papà gli fanno capire che è stato sempre considerato figlio, nonostante tutto, ma è sempre suo figlio. E' importante questo insegnamento di Gesù: la nostra condizione di figli di Dio è frutto dell'amore del cuore del Padre; non dipende dai nostri meriti o dalle nostre azioni, e quindi nessuno può togliercela. Nessuno può torglierci questa dignità, neppure il diavolo". Lo dice Papa Francesco nell'udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro, davanti a 20mila fedeli e pellegrini provenienti da diverse parti del mondo. Il Papa si rifà alla parabola del figliol prodigo. "Questa parola di Gesù ci incoraggia a non disperare mai - aggiunge -. Penso alle mamme e ai papà in apprensione quando vedono i figli allontanarsi imboccando strade pericolose. Penso ai parroci e catechisti che a volte si domandano se il loro lavoro è stato vano. Ma penso anche a chi si trova in carcere, e gli sembra che la sua vita sia finita; a quanti hanno compiuto scelte sbagliate e non riescono a guardare al futuro; a tutti coloro che hanno fame di misericordia e di perdono e credono di non meritarlo. In qualunque situazione della vita, non devo dimenticare che non smetterò mai di essere figlio di Dio, di un Padre che mi ama e attende il mio ritorno .Anche nella situazione più brutta nella vita Dio mi attende, vuole abbracciarmi".