Diario delle delusioni, Malerba inedito

Luigi Malerba
di Renato Minore
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Mercoledì 3 Giugno 2009, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 09:47
ROMA (3 giugno) - Officina Malerba. Sono i pensieri e gli aforismi che il narratore parmense aveva scritto nel corso degli anni e che pensava di raccogliere in forma antologica con un titolo molto flaianeo, Diario delle delusioni (spesso siglato nelle sue note come D.D.D.). Ma dinanzi all’abbondanza degli appunti, aveva prima rinviato e poi definitivamente tralasciato l’idea della pubblicazione scegliendo la forma di piccole e un po’ nascoste anticipazioni affidate a un rivista non letteraria, il semestrale “Notiziario della Banca Popolare di Sondrio”.



Ora una prima scelta di questi testi, quelli contenuti in una sola cartellina delle molte che compongono l’intero corpus di appunti dattiloscritti, sono raccolti in un quaderno che esce in occasione di “Un omaggio a Luigi Malerba” in programma a Roma, presso la Casa delle Letterature da giovedì 4 giugno fino a lunedì prossimo, a cura di Anna Maria Gaeta e Gabriele Pedullà.



Lo compongono un convegno (in cui intervengono tra gli altri Umberto Eco e Walter Pedullà) e una mostra dedicate allo scrittore nonché alcune proiezioni di film da lui firmati come regista o come sceneggiatore. Complessivamente a un anno dalla sua scomparsa l’omaggio romano intende rievocare Malerba all’insegna di una molteplicità di sguardi, incrociando le memorie dei critici e degli scrittori con le analisi degli studiosi delle ultime leve, ma soprattutto avvicinano a una nuova generazione di lettori attraverso le sue parole, le sue fotografie, le sue musiche preferite e i suoi film. Leggeremo il Diario delle delusioni con l’aggiunta di molte altre pagine inedite a settembre pubblicato da Mondadori che annunzia anche un Meridiano Malerba.



Ma già in questa forma ora per la prima volta conosciuta è una preziosa testimonianza delle molteplici facce di Malerba scrittore e delle sue diverse vene creative: dal gusto per il paradosso all'amore per la storia (e in particolare per il Medioevo), dall'impegno civile all'opzione decisiva per la comicità, dalla fascinazione per la lingua all'insofferenza per i luoghi comuni, qualunque fosse la loro provenienza.