Latina, favoriva i pazienti privati: sospeso il dirigente di Neurochirurgia

Latina, favoriva i pazienti privati: sospeso il dirigente di Neurochirurgia
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 27 Gennaio 2018, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 19:34

Un anno di interdizione per il neurochirurgo Carmine Franco, dimessosi di recente dalla Asl di Latina a seguito di un'indagine sul proprio conto, anticipata dal Messaggero. Lo ha deciso il giudice delle indagini preliminari Giuseppe Cario, su richiesta del sostituto procuratore Valerio De Luca. 

I Carabinieri del Nas hanno notificato il provvedimento cautelare personale della “sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio”   al fine di impedire eventuali ingerenze nelle indagini o inquinamento delle fonti di prova.

Le investigazioni, iniziate nel febbraio 2017,grazie anche al ricorso ad attività tecniche di intercettazione audio/video, hanno fatto emergere molteplici condotte illecite di natura penale (compatibili con le ipotesi di reato di peculato, truffa, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio) che hanno riguardato, in primis, l’attività medica che il professionista svolgeva,in modo illecito, presso il Reparto di Neurochirurgia e presso altre strutture sanitarie private.

Nello specifico - secondo quanto riferiscono gli investigatori - in violazione del contratto di esclusività che lo vincolava alla Asl di Latina (per il quale percepiva un incremento stipendiale), il neurochirurgo effettuava visite specialistiche ed interventi presso studi medici privati (in Aprilia, San Felice Circeo e Nettuno).

Sotto la lente degli investigatori, inoltre, è finito anche «l’utilizzo irregolare e utilitaristico della struttura pubblica da parte del sanitario». La sua preferenza all’esercizio dell’attività operatoria libero professionale intramoenia sarebbe andata a discapito dei pazienti inseriti nella pubblica lista di attesa ovvero di quelli ricoverati in reparto, la cui dimissione in tempi brevi poteva anche servire per far posto ai pazienti privati del sanitario.

Contestato anche  l fatto che avrebbe fornito anticipatamente ai propri collaboratori partecipanti a un avviso pubblico le domande a cui i tre, nelle successive prove da sostenere, avrebbero dovuto rispondere. 

 Nei giorni scorsi la Asl aveva rassicurato sul prosieguo delle attività del reparto, un fiore all'occhiello in termini di prestazioni per il "Goretti" e per l'intera azienda. 
 

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