Oscurata la pagina Fb “Costantini fa cose”, parti offese il sindaco di Giulianova e il manager Asl Di Giosia

Tra i molti post c’è quello finito nel capo d’imputazione che ha spinto il dg della Asl a querelare Capodicasa e Di Bonaventura per diffamazione a mezzo Fb

Il manager Asl Maurizio Di Giosia
di Teodora Poeta
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Mercoledì 22 Maggio 2024, 06:00

Cambiano i momenti e gli argomenti di cui si discute, ma gli imputati restano sempre gli stessi così come una delle parti offese, il sindaco Jwan Costantini, al quale stavolta si è aggiunto il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia, entrambi costituiti parte civile contro Gabriele Capodicasa e Gianluigi Di Bonaventura, di nuovo accusati di sostituzione di persona e diffamazione per la pagina Fb “Costantini fa cose” da loro creata e gestita, ma da tempo oscurata su richiesta di sequestro del gip. Una pagina satirica, o almeno questa era la dicitura, sin da subito tenuta sotto monitoraggio da Costantini perché, come lui ieri in aula, davanti al giudice onorario Enrico Pompei, ha confermato, «non la ritenevo tale poiché – ha spiegato il sindaco di Giulianova - veniva usata la mia immagine nel profilo e nel 90 per cento dei casi i contenuti erano diffamatori nei miei confronti». Tra i molti post c’è quello finito nel capo d’imputazione che ha spinto il dg della Asl a querelare Capodicasa e Di Bonaventura per diffamazione a mezzo Fb. Risale al 2021 e avrebbe poi scatenato una serie di successivi commenti ironici a Montorio, paese d’origine di Di Giosia. Pure in questo caso è stato lui stesso a dirlo, sempre ieri, durante una vivace udienza dibattimentale. Motivo di tanta ilarità il fatto che su quella pagina social il suo nome fosse stato accostato al soprannome di suo padre, «che faceva il sarto», ha spiegato. Altro particolare che oggi fa comprendere l’eleganza che lo contraddistingue e che, come ha fatto notare lo stesso giudice, non dovrebbe essere «nulla di cui vergognarsi quel soprannome». Anche se per Di Giosia, in realtà, «si voleva screditare il mio ruolo», ha detto. Soprannomi a parte, da stabilire, adesso, resta il contenuto del post dal quale il dg ha preso le distanze. «Quella mattina sono stato chiamato da Costantini che mi ha avvisato che era stato scritto un post che aveva avuto già diverse visualizzazioni e condivisioni – ha raccontato - Non nego che questa cosa mi ha creato ansia e subito dopo ho cancellato anche il mio profilo Fb». Gli si diceva di aver fatto nell’ultimo periodo «sempre da spalla al sindaco nelle sue conferenze stampa sull’ospedale», di aver dato lavoro a molti suoi concittadini nei vari Cup o servizi della Asl e altre illazioni. «Quel post ha creato problemi alla mia coscienza personale» ha replicato Di Giosia quando gli è stato chiesto da un difensore se per caso avesse dovuto rispondere a qualcuno di quei fatti. Legali delle parti civili sono gli avvocati Gianni Falconi e Laura Clementi; per gli imputati, invece, Florindo Tribotti, Filippo Torretta e Gianni Piscione.

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